venerdì 16 marzo 2012

Bob Marley Dont Worry Be Happy

Ecco perché le sigarette si spengono da sole !!

In quanti come me , avete attribuito la colpa alla marca di sigarette che fumate ?
In quanti avete provato a cambiare marca ?
Alla fine ho scoperto il perché le sigarette da qualche tempo si spengono da sole !!




Sigarette antincendio che si spengono da sole se non vengono aspirate. Dal primo novembre sono in vendita le nuove “bionde” annunciate nell’estate di tre anni fa dall'Ue e distribuite ora. Rispetto alla sigarette tradizionali sono identiche nell’aspetto, nel gusto e nel prezzo ma in grado di assicurare l’autospegnimento attraverso un meccanismo molto semplice. 




Nel cilindro della sigarette sono state posizionate tre bande di carta leggermente più spessa che rallentano la combustione (in pratica lasciano passare meno aria) inducendo una sorta di autospegnimento se non vengono aspirate. «E’ frettoloso chiamare queste sigarette antincendio - spiegano dalla British American Tobacco Italia, il secondo operatore sul mercato italiano con marchi come Ms, Pall Mall e Lucky strike -. Sono state fatte analisi di laboratorio che hanno stabilito che è molto alta la probabilità di spegnimento ma non è detto che la sigaretta si spenga al 100 per cento. Il dispositivo rallenta la combustione ma la sigaretta va comunque gestita dal fumatore in modo corretto».

Le tre bande si trovano quasi all’inizio della sigaretta, a metà e poco prima del filtro
 e i costi aggiuntivi per l’inserimento delle bande sono sostenuti dalle aziende produttrici perché sono obbligate dalla norma europea.

Il fumo fa comunque male alla salute e queste nuove sigarette saranno le uniche in vendita in tutti i Paesi dell’Ue. L’Ue ha stabilito per la fine del 2011 la commercializzazione di sigarette che si spengono da sole ma già dal 2004 sono obbligatorie nello stato di New York e dal 2005 nel Canada. 

Lo scopo principale delle sigarette antincendio è quello di ridurre i danni di cicche spente male o dimenticate a metà sul portacenere o tra le dita di chi si addormenta a letto fumando. Questi incidenti sono tra le principali cause di incendi domestici e boschivi come dimostrano una serie di indagini conoscitive realizzate in dodici stati europei ai quali si sono aggiunti Islanda e Norvegia. In questi stati, tra il 2005 e il 2007 (anni presi in esame) sono stati imputati a sigarette spente male o dimenticate 11.000 incendi ogni anno che hanno provocato ustioni a 1.600 persone e causato la morte di 520. In Italia, uno dei Paesi sotto esame, solo nel 2006 sono stati imputati alle sigarette il 31,7 per cento degli incendi di boschi.

In Italia è cominciata la distribuzione dal primo novembre delle sigarette Lip (lower ignition propensity) e i tabaccai non posso più acquistare nei magazzini quelle vecchie. Ma che fine hanno fatto le sigarette fuorilegge? «Abbiamo gestito la nostre produzioni - spiegano da British American Tobacco Italia - per non avere rimanenze al primo novembre e rispettare così le norme».

«Lo scopo della norma europea recepita anche dall’Italia e quella di offrire un prodotto di largo consumo meno pericoloso per l’ambiente - spiega Carlo Saccheto, segretario dell’Associazione trasformatori tabacchi italiani, cioè le società che acquistano il prodotto dai contadini, lo trasformano e lo rivendono alle manifatturiere -. Per i consumatori cambia solo involucoro di carta, con due o tre bandelle che arginano la progressione della combustine se non c’è tiraggio. Non cambia sapore e prezzo e non cambia nemmeno il tabacco che non subisce modifiche».

Fonte : ilmessaggero.it "di Marco Giovannelli"

mercoledì 14 marzo 2012

Tradimento : i motivi delle Donne !

I motivi che la spingono all’infedeltà

Il tradimento e l’infedeltà sono sempre esistiti – anche se non socialmente accettati, e in modi diversi da Paese a Paese. Un tempo, poi, la donna ritenuta infedele poteva subire una vera e propria condanna, in casi estremi addirittura di morte. Oggi in apparenza siamo più tolleranti. E lo siamo forse come società in generale: se però il problema ci tocca direttamente e diventiamo "vittime" del tradimento, allora forse potremmo anche scoprire di pensarla diversamente. 
Qualunque sia il nostro pensiero al riguardo, è un dato di fatto che si moltiplicano in Rete i siti web che favoriscono gli incontri clandestini per chi vuole un’avventura extraconiugale, e tra i frequentatori molti sono donne. Uno di questi siti, il famoso e internazionale Gleeden, ha condotto un sondaggio in cui si va in cerca dei motivi per cui una donna cerca un incontro con un uomo diverso dal marito. Insomma, perché lo tradisce.

Al sondaggio hanno partecipato 1.801 donne europee di età compresa tra i 30 e i 55 anni, chiamate a rispondere a una serie di domande incentrate sul tema infedeltà. La palma per il motivo che spinge al tradimento pare debba essere assegnata alla mancanza del fremito da “prima volta”; difatti per il 73% delle intervistate il riprovare il brivido della novità sarebbe il motivo trainante per avere un’avventura extraconiugale.

Il sentirsi ancora desiderabili è accertare il proprio potere di seduzione è un altro dei motivi che spinge al tradimento il 69% delle donne partecipanti. Un altro 29% adduce come scusa la mancanza di affetto e attenzioni da parte del proprio partner. Ma che dire di quel 53% che dichiara di “farlo” per rafforzare la coppia? La spiegazione di questa apparente contraddizione sembra essere l’ammissione che in verità per queste stesse donne – una su due – è l’occasione per dare sfogo alle proprie più segrete e sfrenate fantasie… 

Fonte : Tgcom24 (Luigi Mondo & Stefania Del Principe)

Vasco Rossi - Ogni volta

lunedì 12 marzo 2012

Rapporto uomo-donna (vignette)

Tradimenti in chat: legittimo l’addebito della separazione


Anche il tradimento virtuale può costituire addebito della separazione per violazione del dovere di fedeltà.


La Cassazione ha infatti stabilito a più riprese che, nel contesto odierno, la fedeltà deve essere intesa in un senso più ampio e impegna i coniugi a non tradire la fiducia reciproca neppure “mentalmente” [1].

A prescindere dal rapporto sessuale intrattenuto con terzi o dall’eventuale contatto fisico, anche la chat erotica o la semplice infatuazione o ancora l’amore platonico nato su internet costituiscono, secondo i giudici, ipotesi di tradimento della fiducia amorosa [2] e, perciò, valgono a rendere il coniuge responsabile della separazione [3].

Insomma, l’adulterio apparente vale quanto un autentico tradimento. Tuttavia, nella valutazione dell’addebito, il tribunale deve comunque accertare che la violazione della fiducia abbia portato effettivamente alla crisi dell’unione familiare, incrinando il rapporto e ledendo la dignità e l’onore del coniuge tradito.


[1] Cass. sent. n. 9287 del 1997: “la fiducia reciproca (…) non deve essere intesa soltanto come astensione da relazioni sessuali extraconiugali”.
[2] Si veda, a questo proposito, quanto stabilito dalla Cass. pen. 2 febbraio 1972, secondo la quale la fedeltà si estrinseca nel dovere di astensione non soltanto da rapporti sessuali con terzi, ma anche da relazioni puramente platoniche (sulla stessa scia: Trib. S. Maria Capua Vetere 9 dicembre 1997; Cass. 14 aprile 1994, n. 3511; Corte App. Perugia, 28 settembre 1994).
[3] Cass. sent. n. 9742/1999.

domenica 11 marzo 2012

Quando il seno rifatto è cancerogeno


Il Consiglio Superiore di Sanità, sulla scia del governo francese e di quello britannico, ha segnalato (parere del 22 dicembre 2011) la tossicità del contenuto delle protesi mammarie di marca P.I.P. [1], invitando tutte le donne che ne hanno ottenuto l’impianto a discutere la loro situazione con il proprio chirurgo.

Le protesi P.I.P. sarebbero state infatti fabbricate con un gel al silicone non conforme alle norme sanitarie: conterrebbero un additivo per carburanti e due prodotti utilizzati nell’industria del caucciù. La loro rottura potrebbe provocare l’insediamento del materiale tossico all’interno dell’organismo della donna, accrescendo la possibilità di tumori e infiammazioni.

In Francia, dove sono circa 30.000 le donne a cui sono state “installate” le protesi di tale tipo, l’agenzia per la sicurezza sanitaria ha lanciato l’allarme per la scoperta di otto casi di tumorein donne che avevano ottenuto tale impianto. Così il governo francese ne ha consigliato larimozione e la sostituzione.

Le autorità, però, precisano che si tratterebbe di misure a scopo preventivo e senza carattere d’urgenza, poiché non sarebbe certa la correlazione tra tali protesi e la nascita di tumori.

Il nostro Ministero della salute, che già nel 2010 aveva emanato una circolare (ritirando gli impianti dal mercato), ha adesso firmato un’ordinanza [2] con cui ha imposto a tutte le strutture ospedaliere e ambulatoriali pubbliche e private, accreditate o autorizzate, di redigere entro 15 giorni un elenco nominativo di tutti i casi di impianto di P.I.P. a partire dal 1° gennaio 2001 (si stimano circa 4.000 casi).

La lista resterà, a garanzia della privacy dei pazienti, nella esclusiva disponibilità delle strutture, le quali, però, dovranno notificare alle ASL di riferimento la data di ciascun intervento d’impianto.

Il problema è che molte pazienti italiane potrebbero non essere a conoscenza del tipo di protesi loro impiantata. Questo perché le protesi P.I.P., dal costo ridotto, potrebbero essere state utilizzate soprattutto da strutture non altamente qualificate ovvero da ambulatori chirurgici che non hanno rilasciato cartella clinica.

L’Interpool [3], nel frattempo, ha chiesto l’arresto di Jean Claude Mas, fondatore della società produttrice incrimanata.


[1] Poly Implant Prothese – azienda francese produttrice di protesi mammarie, oggi fallita.
[2] Firmata il 29 dicembre scorso, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 304 del 31 dicembre 2011.
[3] Organizzazione Internazionale della Polizia Criminale. È un’organizzazione dedita alla cooperazione di polizia e al contrasto del crimine internazionale.

“Niente carcere per gli stupratori”: quando i media non capiscono le sentenze


Qualcuno ha sostenuto, mal interpretando una recente sentenza della Cassazione [1] che gli stupratori di gruppo non vanno più in carcere. Ecco perché si tratta di un’informazione totalmente sbagliata.



Accade molto raramente che una sentenza della Corte di Cassazione attiri l’attenzione deimedia nazionali e, quando ciò capita, il suo significato viene spesso distorto e mal interpretato.
È il caso, per esempio, di una recente sentenza della Cassazione [1] che sembra escludere il carcere “obbligatorio” nei confronti di chi è accusato (e non ancora condannato) del reato di violenza sessuale di gruppo [2]. Una decisione che ha suscitato lo sdegno delle associazioni di tutela delle donne contro gli abusi sessuali e di tutto il mondo dell’informazione, dando vita a una polemica fuorviante.

All’indomani della sentenza, infatti, si sono moltiplicate le interpretazioni semplicistiche della vicenda, tanto da far passare un distorto messaggio: l’idea che, dopo questa decisione, tutti gli stupratori non debbano andare in carcere prima della condanna definitiva.

In realtà, la Corte ha detto una cosa molto diversa. Essa ha semplicemente ribadito l’eliminazione del cosiddetto “automatismo cautelare” [3], istituto che impone al giudice, nel corso delle indagini preliminari (o durante il processo), di applicare il carcere (e non altre misure cautelari) nei confronti dell’indagato (o imputato) di reati di stampo mafioso [4] o di violenza sessuale. E ciò a prescindere da qualsiasi valutazione del caso concreto e di come esso si è materialmente atteggiato [5].

La legge [6], però, è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale [7] e quindinon esiste più nel nostro ordinamento. La Consulta ha infatti sottolineato che la custodia cautelare in carcere deve essere applicata solo quando le altre misure appaiono inadeguate [8].

La sentenza “contestata” quindi, non ha fatto altro che prendere atto della decisione della Corte Costituzionale e ristabilire la regola generale secondo cui spetta al giudice di verificare quale misura cautelare sia più idonea caso per caso, senza automatismi di sorta.
Ecco perché i media nazionali dovrebbero commentare con più accortezza le sentenze della Cassazione (e le vicende giudiziarie in genere). Altrimenti il rischio è di suscitare nei cittadinifacile e ingiustificata indignazione, ciò che certo non giova alla considerazione che gli stessi dovrebbero avere nei confronti della giustizia.



[1] Cass. sent. n. 4377 dell’1 febbraio 2012.
[2] Art. 609-octies c.p. .
[3] Art. 275 comma 3 c.p.p. .
[4] Per tali reati l’automatismo non equivale a principio di colpevolezza anticipata, ma ha lo scopo di sottrarre l’imputato dal contesto criminoso nel quale ha perpetrato le condotte illecite.
[5] Le misure cautelari personali sono quei provvedimenti di restrizione della libertà personale disposti nella fase delle indagini preliminari o nel corso del processo. Vengono disposte in presenza di gravi indizi di colpevolezza e di almeno una delle esigenze cautelari (pericolo di fuga, pericolo di inquinamento delle prove, pericolo di reiterazione del reato) previste dal codice di procedura penale.
[6] Legge 23 aprile 2009, n. 38.
[7] Corte Cost., sent. n. 265/2010.
[8] In virtù del principio di “presunzione di innocenza” fino a sentenza definitiva, espresso dall’art.27 della Costituzione.

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